Steph Curry, gioia e rivoluzione

Steph Curry, gioia e rivoluzione

Steph Curry, gioia e rivoluzione non è la solita biografia di un top player della NBA. Mi sento piuttosto di definire questo libro, come un ritratto a tutto tondo, dello Steph uomo. Ho avuto la fortuna di dialogare con l’autore Dario Costa e avere una panoramica ampia di un giocatore che non smette mai di stupire. Per conoscere la carriera stellare di Steph, basta collegarsi a qualunque portale sportivo. Ciò che abbiamo la fortuna di vedere sul campo è sotto gli occhi di tutti.

Eppure, c’è molto di più, c’è lo Steph fuori dal campo, il ragazzo di Akron con un destino segnato che ha saputo crearsi un suo spazio nel basket che conta. Il padre Dell, infatti, ha militato molti anni in NBA, come allenatore e giocatore. Dario Costa in Steph Curry, gioia e rivoluzione porta l’attenzione sullo Steph che pochi conoscono, raccontando aneddoti off-court che aiutano a creare un’immagine più dettagliata del figlio di Dell.

Steph Curry, gioia e rivoluzione: a good guy

Non si può parlare di Steph, senza soffermarsi sulla persona, sulla carta un bravo ragazzo, quello che oltreoceano chiamano “good guy”. Una persona lontana dagli eccessi che ha saputo mantenere i valori solidi con cui è cresciuto, nonostante il successo. C’è un aneddoto riportato nel libro in occasione del discorso per il premio MVP, vinto nella stagione 2014-2015. Steph, infatti, oltre a soffermarsi sull’importanza della fede e della famiglia ancora prima della pallacanestro, indirizza un ringraziamento a due insider. Uno è Eric Housen, magazziniere di Golden State da oltre 20 anni e l’altro è Ralph Walker, il capo della sicurezza. Un intervento non banale che aiuta a conoscere la profondità della persona, oltre al talento sul campo.

Steph Curry, gioia e rivoluzione: you are not enough

“Ci piaci, ma non crediamo davvero in te”. Sembrerebbe qualcosa di assolutamente incredibile, eppure queste parole sono state rivolte a Steph in seguito allo scarto da parte di Virginia Tech. Contrariamente a quello che si possa pensare, l’avvio al basket professionistico non è stato una passeggiata per Steph. La sua fisicità ha rappresentato un grande limite all’inizio della sua carriera. Nel libro ci sono una serie di riferimenti ai primi anni che Steph ha mosso nel mondo del professionismo, bersagliato da molte critiche.

Steph Curry, gioia e rivoluzione: family comes first

Lontano dai rumors, Steph si posiziona come un professionista con una vita privata piuttosto “ordinaria”. Sposato con Ayesha nel 2011 a 23 anni, i due si conoscono all’età di 15 anni nella stessa parrocchia. Entrambi, infatti, sono estremamente religiosi e fedeli alla religione cristiana. Proprio sul matrimonio in giovane età, nel libro è menzionata una dichiarazione molto sincera di Steph “perché aspettare quando sei sicuro di aver trovato la persona giusta?”. Dall’unione fra i due sono nate le figlie Riley Elizabeth, Ryan Carson e il figlio Canon Wardell Jack. La figlia Riley all’età di due anni è diventata virale per alcune apparizioni nelle interviste post-partita del papà.

Steph condivide la carriera con il fratello Seth, anche lui giocatore di NBA, con cui si scontra per la prima volta in carriera il 7 novembre del 2015. L’impegno sociale ha sempre occupato un posto importante nella vita di Steph e Ayesha. Nel 2019 infatti la coppia ha fondato l’associazione no profit Eat. Learn. Play. Nel libro è riportato un dato davvero significativo. Nei mesi della pandemia, l’organizzazione ha distribuito 16 milioni di pasti ai più bisognosi.

Steph Curry, gioia e rivoluzione: press release

I primi anni di Kerr sulla panchina dei Warriors sono stati accompagnati dalla presenza dello scetticismo da parte della stampa e degli addetti ai lavori. Uno su tutti è stato Charles Barkley, la stella NBA ha spesso criticato infatti il gioco rivoluzionario di Steph e compagni. Solo nel 2016 la stampa inizia a muovere l’interesse verso la stagione dei Warriors, in primis il New Yorker e il Washington Post. Il connubio fra il mondo della stampa e Curry è sancito da un episodio riportato in Steph Curry, gioia e rivoluzione. Oltre al titolo di MVP nella stagione 2016, la stella dei Warriors vince il Magic Johnson Award per la correttezza verso i media.

Steph Curry, gioia e rivoluzione è un libro che mi sento di consigliare in primis a coloro che non masticano pallacanestro e che probabilmente non immaginano l’impatto mediatico avuto da Curry. Vorrei sfruttare questo spazio per ringraziare Dario Costa, perché questo libro è davvero un viaggio incredibile. Il racconto di un giovane che ha cambiato radicalmente questo sport. E mi piace concludere con la citazione riportata nel libro di Benjamin Hoffmann del New York Times “Curry non ha beneficiato dell’era del tiro da tre punti, l’ha creata.”

Dario Costa – BIO

Autore “Guida NBA 2016/17” “Guida NBA 2017/18” BALDINI & CASTOLDI S.R.L.

Redattore freelance L’Ultimo Uomo, Rivista Ufficiale NBA, FIBA

Ideatore e co-fondatore del podcast Gli Elefanti con Dario Ronzulli

Dal 2023 NBA content writer ed editor per Sky


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Chiara Mezzini
chiaramezzini@gmail.com
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