01 Ago Playground a Bologna: storie e aneddoti di basket
Il solstizio d’estate segna l’inizio della stagione dei playground a Bologna. Nel mese di giugno, mentre la calura scandisce gli ultimi atti degli esami di maturità e le sessioni estive degli universitari, il basket si fa spazio nei campetti cittadini.
Dalle prime ore del giorno al tramonto, i playground locali diventano teatro di sfide accese tra amici, coetanei o semplicemente giocatori di passaggio. Tra una finta e un passaggio, i riflettori si accendono su Basket City e fra un torneo e una partita, la pallacanestro estiva entra nel vivo. Pioniere di ogni torneo cittadino è il Playground Giardini Margherita, manifestazione di 5vs5 che ha animato le notti bolognesi dal 1982.
Playground a Bologna: l’estate ai Giardini
La mia prima esperienza nei playground a Bologna è piuttosto recente. Per anni ho vissuto di racconti e aneddoti di altri, ma volevo crearmi un mio personale background e sperimentare in prima persona una serata ai Gardens. Alcuni anni fa lavoravo in uno show-room di abbigliamento in provincia, ma durante la settimana ero solita raggiungere il centro. Così una sera la mia amica Elisa mi ha lanciato una proposta insolita: “Andiamo ai Giardini?”. Detto fatto, due ore dopo ero sotto casa sua pronta a salire sul suo scooter “prossima fermata: Gardens”.
Al nostro arrivo una bolgia, tra l’altro si giocavano le semifinali del torneo e attorno al campo si era radunato il pubblico delle grandi occasioni. Ho incrociato bambini, adolescenti e coetanei compresa una sfilata di jersey di tutto rispetto, dal basket nostrano alle franchigie oltreoceano. Fra la folla una certezza in fatto di basket, il mitico Giulio, collega di lunga data allo Stadio Dall’Ara. Da quella sera in avanti, ho colto la balla a balzo ogni opportunità di trascorrere una serata al playground a Bologna.
Nell’edizione 2019, dopo aver vissuto il torneo di West 4th, sono tornata a Bologna e ho frequentato assiduamente i Gardens. Erano per me una consolazione per sopperire alla nostalgia dello streetball newyorkese. Il più delle volte raggiungevo i Giardini in solitaria e nelle serate più fortunate riuscivo a rimediare un posto in tribuna. Bastava il clima del playground, l’asfalto e la concitazione per farmi sentire a casa.
Playground a Bologna: i racconti di Alessandro Gallo
Chiusi i battenti dell’edizione numero 37 dei Gardens, nel mese di agosto, ho preso tra le mani il libro di Alessandro Gallo Playground. Bologna a canestro sotto le stelle edito da Minerva. Volevo unire i puntini e capire come dal polmone di verde di Bologna, sia nato il fenomeno dei playground a Bologna. Pagina dopo pagina, ho attraversato oltre 30 anni di personaggi, momenti e aneddoti raccolti in 300 storie diverse.
Dalla penna di Alessandro Gallo, ho compiuto un viaggio nel tempo passando per allenatori, giocatori e addetti ai lavori che direttamente o indirettamente hanno preso parte al torneo. Ammetto di aver cominciato il libro circa un anno fa e averlo portato con me a compiere un viaggio nello spazio da BasketCity, alla Toscana, dalla Riviera fino a New York. Non volevo bruciare nemmeno un passaggio e volevo prendermi il tempo di leggere una storia alla volta. Così con un pizzico di nostalgia, sono partita per questo incredibile viaggio a ritroso.
Ho rivissuto la serata del saluto di Ettore Messina al pubblico del playground a Bologna l’8 luglio 2002, la partita d’addio di Paolo Moretti al torneo il 28 giugno 2001 e la serata del 2016 che ha visto una rappresentanza della nazionale di basket in prima fila.
Tra i recordman, impossibile non menzionare l’unica partita ai Giardini di Gek Galanda con la maglia della Fossa, come testimoniato dagli scatti di Gianni Schicchi presenti nel libro. Incredibile anche la vicenda di Dan Gay, invitato con il figlio dalla Fossa, per partecipare al torneo nel duplice ruolo di allenatore-giocatore.
Oltre a giocatori noti sotto le Due Torri, nel libro ci sono nomi diventati leggende di playground, senza aver raggiunto il basket professionistico. Oppure personaggi locali diventati delle icone cittadine. Ogni storia è un’occasione per conoscere in profondità il mondo dello streetball e la sua presenza nel contesto bolognese.
Nella prima estate senza il Playground dei Giardini Margherita, il libro di Alessandro Gallo è un mezzo per rivivere i momenti di gloria del passato, in attesa di scrivere nuove storie di basket.
Rita lipparini
Posted at 10:45h, 01 Agostoe la voce magica del mio amico Walter Bussolari.. sempre presente.!
Chiara MEZ
Posted at 14:12h, 07 AgostoHai ragione Rita, un pezzo di storia!